Sundar Pichai: ciò che conta sono le informazioni, non i dispositivi

Ogni anno, Sergey Brin e Larry Page, i fondatori di Google, pubblicano una lettera aperta ai loro azionisti facendo un po' il punto della situazione sull'anno appena trascorso e sugli obiettivi per il futuro a lungo e corto termine. Quest'anno, tuttavia, hanno deciso di cambiare un po' le carte in tavola, lasciando che sia l'effettivo CEO di Google in carica a condividere le proprie idee e i propri pensieri. In altre parole, quest'anno è toccato a Sundar Pichai, boss di Big G da quando è nata Alphabet.

La lunga lettera, che potete leggere integralmente a QUESTO indirizzo, parla dei grandi traguardi raggiunti dalla ricerca, e di come il suo futuro sia sempre più legato all'intelligenza artificiale e al "machine learning" che potrà rendere Google sempre di più un assistente digitale anziché un sistema "passivo" in cui l'utente cerca informazioni. Picchia ha parlato dei grandi progressi compiuti ultimamente dal team Search citando l'avanzato sistema di riconoscimento dei soggetti di Google Foto e della storica sfida a "Go" tra Lee Sedol e il software AlphaGo (QUI tutti i dettagli), ma ha ricordato anche che l'obiettivo ultimo è risolvere problemi molto più importanti, come il cambiamento climatico e curare malattie.

Pichai ha anche spiegato la filosofia "democratica" alla base del business model dell'advertising. Non ci sono "canoni" da pagare e la pagina di Google è la stessa per chiunque. Google vuole essere in grado di rendere le informazioni disponibili a tutti, indipendentemente dal device, dalla qualità della connessione ed altro:: ecco perché ci sono smartphone Android da 50 dollari o Chromebook da 100. Alla fine, l'obiettivo non è il prodotto, è la possibilità di usufruire di un servizio.


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Source: hd-blog

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